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GIORDANIA: CUSTODE E PROTETTRICI DEI LUOGHI SANTI

La custodia dei Luoghi Santi islamici e cristiani riflette la relazione storica tra musulmani e cristiani, basata sul rispetto reciproco e sulla protezione dei rispettivi luoghi sacri in nome della pace e dell’armonia. La tutela dei diritti dei cristiani nei loro Luoghi Santi rappresenta per un re hashemita un privilegio storico e religioso unico. Pertanto, la custodia dei Luoghi Santi cristiani da parte di Sua Maestà il Re Abdallah II ha un'importanza giuridica e storica per circa 2,4 miliardi di cristiani in tutto il mondo. Ma è anche parte integrante del dovere islamico di proteggere e preservare incessantemente i Luoghi Santi cristiani di Gerusalemme, nonché i principi di convivenza tra i fedeli delle due religioni. Di conseguenza, la tutela dei Luoghi Santi cristiani è altrettanto importante per gli 1,9 miliardi di musulmani in tutto il mondo.

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I Luoghi Santi cristiani di Gerusalemme hanno due dimensioni: la prima è la dimensione amministrativa, che si basa sul principio dello status quo, in vigore fin dall'epoca ottomana, secondo il quale i Luoghi Santi cristiani sono controllati e amministrati nell'ambito della giurisdizione e dei poteri delle chiese cristiane, fatta eccezione per il Patriarcato ortodosso. La seconda, è una dimensione nazionale, che comprende sia i luoghi sacri di Gerusalemme che quelli della Cisgiordania occupata. Quanto alla Giordania e la monarchia hashemita, la custodia dei luoghi sacri di Gerusalemme rappresenta un privilegio e un orgoglio nazionale.

La storia della custodia hashemita dei Luoghi Santi di Gerusalemme

La custodia dei Luoghi Santi di Gerusalemme è una responsabilità sacra che la Giordania si è assunta fin dal 1924, per senso di responsabilità nei confronti dei Luoghi Santi islamici presenti in Palestina. Il 30 agosto 1924, Hajj Amin al-Ḥusaynī, capo del Consiglio supremo islamico, chiese al re fondatore del Regno di Giordania, Abdallah I Ibn al-Ḥusayn, di prendere in custodia l'intero complesso del Monte del Tempio. Il patrocinio hashemita sui Luoghi Santi della Città Santa di Gerusalemme continua fino ad oggi. Quando, nel 1988, il re recise ogni legame amministrativo e legale con la Cisgiordania, concedendone la sovranità all'Organizzazione per la liberazione della Palestina, egli non rinunciò alla custodia dei suoi Luoghi Santi; la Giordania, infatti, anche su richiesta palestinese, voleva comunque preservare e detenere il suo patrocinio sui Luoghi Santi. Dopo la decisione di re Hussein di disimpegnarsi dalla Cisgiordania, una delegazione di notabili cristiani incontrò Sua Maestà il Re e gli chiese di escludere i Luoghi Santi dalla sua decisione e di continuare la sua missione di custode delle chiese di Gerusalemme.

Allo stesso modo, le disposizioni del Trattato di Wadi Araba (il trattato di pace tra Giordania e Israele), firmato il 26 dicembre 1994, menzionavano l’importante ruolo svolto dal regno hashemita di Giordania nei Luoghi Santi di Gerusalemme e stabiliva che nei futuri negoziati tra Israele e Palestina sullo status permanente, Israele avrebbe attribuito una grande priorità al ruolo storico svolto dalla Giordania nei Luoghi Santi.

Sebbene gli Hadith spesso si riferiscano alla responsabilità di custodire i Luoghi Santi islamici, la custodia giordana si estende anche ai Luoghi Santi cristiani, come evidenziato dalla legge giordana n. 27 del 1958, in vigore ancora oggi. Il 13 agosto 1994, il defunto re Ḥusayn bin Ṭalāl, scrisse al Patriarca greco-ortodosso della Città Santa, Diodoro I, sottolineando l'importanza del ruolo hashemita nella protezione dei Luoghi Santi, dicendo: «Vorremmo qui affermare che il ruolo hashemita giordano nella custodia dei Luoghi Santi islamici e cristiani a Gerusalemme, se Dio vuole, continuerà». E il re Hussein stesso, accogliendo Papa Paolo VI, il 4 gennaio 1964, si definì il “Custode dei Luoghi Santi”.

2013, la custodia giordana viene riconfermata

Sua Maestà il Re Abdallah II e il Presidente palestinese Maḥmoud ʿAbbās, il 31 marzo 2013, hanno firmato ad Amman uno storico accordo in cui il Presidente palestinese ha ribadito che il Re è il custode dei Luoghi Santi di Al-Quds Al-Sharif, e che la Giordania ha il diritto di difendere sul piano giuridico i Luoghi Santi musulmani, in particolare la moschea al Aqsa, definita nell'accordo come l'intero Monte del Tempio. Nel suo preambolo, l'accordo indica che il re Abdallah II è “il detentore del mandato e il custode dei Luoghi Santi di Gerusalemme”, mentre il presidente Abbas è il presidente dello Stato di Palestina, il capo dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina e capo dell'Autorità nazionale palestinese. La novità dell'accordo è che si parla anche dei Luoghi Santi cristiani, incluso il Patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme, che sono soggetti alla legge giordana n. 27 del 1958. L'accordo indica anche che la decisione del 1988 di disimpegnarsi dalla Cisgiordania escludeva i Luoghi Santi di Gerusalemme.

Per quanto riguarda la Santa Sede, il Vaticano ha confermato la sua ferma posizione su Gerusalemme. Infatti, a seguito dell'incontro in Vaticano di Sua Maestà il Re Abdallah II con Sua Santità Papa Francesco il 18 dicembre 2017, un comunicato ufficiale della Santa Sede ha affermato che Gerusalemme è una città santa per i seguaci delle tre religioni. Durante l'incontro, Sua Santità ha ribadito la necessità di continuare a preservare lo status quo nei Luoghi Santi a Gerusalemme, nel rispetto delle risoluzioni approvate dalle Nazioni Unite, e in modo da evitare ulteriori violenze e tensioni. Sua Santità ha anche sottolineato il ruolo fondamentale di Sua Maestà il Re Abdallah II nella protezione dei Luoghi Santi di Gerusalemme, elogiando l'impegno della Giordania per raggiungere la pace e la stabilità nella regione e nel mondo.

L'importanza della custodia dei luoghi santi cristiani di Gerusalemme

La custodia hashemita dei Luoghi Santi cristiani è importante per i seguenti motivi:

1) Perché rappresenta la continuità della situazione storica esistente che comprende tutte le chiese di Gerusalemme, quelle già esistenti prima del patto di Omar, 1400 anni fa, e quelle istituite nei secoli successivi sotto la dominazione dei vari re o sultani.

2) La custodia hashemita garantisce i diritti delle chiese nei loro Luoghi Santi e garantisce la protezione e il sostegno dei diritti di tutte le chiese in Terra Santa. Secondo la legge islamica, i cristiani hanno il diritto inviolabile di professare la loro fede nelle loro chiese e la custodia hashemita preserva e garantisce questi diritti.

3) Il custode protegge lo status giuridico cristiano a Gerusalemme poiché è compito del custode preservare le leggi in base alle quali operano le chiese, inclusa l'elezione dei Patriarchi.

4) Il custode protegge e preserva i tribunali ecclesiastici dove i cristiani stabiliscono e applicano le proprie leggi relative allo statuto personale, al matrimonio, al divorzio e all'eredità. I tribunali ecclesiastici sono indipendenti dalla legge islamica della Sharia. Questa disposizione, unica nel suo genere, concede autonomia religiosa e culturale ai cristiani e permette loro di preservare la propria identità cristiana. Questa disposizione è applicata anche nel Regno Hashemita di Giordania.

5) Il custode protegge e supporta le chiese cristiane. Egli riconosce ufficialmente le chiese e consente loro di stabilire i propri curricula religiosi scolastici sia nelle scuole pubbliche che in quelle private. Questa disposizione, unica nel suo genere, ha lo scopo di preservare il futuro dell'identità cristiana ed è applicata anche nel Regno Hashemita di Giordania.

6) Sua Maestà il Re sostiene i capi delle chiese, concede loro passaporti giordani ed elargisce donazioni e riconoscimenti ufficiali. I Patriarchi e gli Arcivescovi di Gerusalemme esercitano le loro funzioni in veste ufficiale dopo aver ottenuto il riconoscimento ufficiale da Sua Maestà il Re di Giordania. Come la maggior parte dei cittadini residenti a Gerusalemme Est, anche i capi delle chiese cristiane scelgono di non richiedere il passaporto israeliano per non essere complici dell'occupazione illegale dei Luoghi Santi.

Esempi di operazioni eseguite sotto custodia hashemita dei Luoghi Santi cristiani a Gerusalemme

Durante gli anni 1948-1950, su richiesta del Patriarca greco-ortodosso della Città Santa e dell’ordine della Custodia di Terra Santa, Sua Maestà il Re Abdallah I restaurò, a sue spese, la cupola e tutte le parti danneggiate della Chiesa del Santo Sepolcro.

All'inizio del 2016, Sua Maestà il Re Abdallah II ha elargito una beneficenza reale per provvedere, a sue spese, al restauro della tomba di Gesù nella chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Nello stesso anno, Sua Maestà il Re, ha dato un grande contributo finanziario al restauro della Chiesa dell'Ascensione sul Monte degli Ulivi.

Nel 2017, Sua Maestà il Re Abdallah II ha incontrato due volte Sua Eccellenza il Patriarca Teofilo III e, insieme, hanno lanciato una campagna per difendere il Patriarcato dai tentativi di confisca delle proprietà della Chiesa a Gerusalemme. Sua Maestà il Re Abdallah II sapeva bene che prendere di mira il Patriarcato greco-ortodosso significava minare l’attuale stato delle cose e dunque portare tutte le altre Chiese a diventare oggetto di pressione della politica israeliana. La Chiesa greco-ortodossa infatti è la maggiore proprietaria terriera della Terra Santa, quindi il maggiore bersaglio dei gruppi di coloni e della politica israeliana che ha cercato di sottrarre ai Palestinesi quante più terre possibili.

Nel novembre 2018, Sua Maestà il Re Abdallah II ha annunciato il suo personale contributo finanziario per il restauro dell'intera Chiesa del Santo Sepolcro. La donazione del Re proviene dagli 1,4 milioni di dollari del Premio Templeton che il re giordano ha ricevuto nel 2018.
I capi delle chiese di Gerusalemme hanno accolto con favore la donazione che, non solo ha risolto il problema del finanziamento per il restauro, ma ha anche confermato l’impegno personale del Re come custode dei Luoghi Santi della città. Questo progetto porterà al più grande e vasto lavoro di restauro che la Chiesa del Santo Sepolcro abbia visto da diversi secoli.

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