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La città di Pella (Tabaqat Fahl) fu abitata ininterrottamente fin dall’Età della Pietra. La città viene citata per la prima volta nell’800 a.C. in alcuni scritti egizi. Successivamente, alla città venne attribuito un nome greco, forse per ricordare il luogo natale di Alessandro Magno. In questo periodo Pella era una delle Dieci Città (la Decapoli). Quando il Cristianesimo cominciò a diffondersi a Pella, nella città fu eretta una delle chiese più antiche del mondo cristiano. Secondo lo storico Eusebio di Cesarea, la chiesa servì come rifugio per i Cristiani di Gerusalemme che fuggivano dai Giudei e dai Romani nel I secolo d.C. Nel 746, la città fu distrutta da un terremoto ma conserva ancora i resti di un piccolo villaggio.
La storia della città di Pella (Tabaqat Fahl) risale a migliaia di anni prima della nascita di Cristo. Nell'età d'oro dei Faraoni, era chiamata "Pehelium" ed aveva intensi rapporti commerciali con l’Egitto. In seguito, fu invasa e conquistata dai Faraoni, come testimoniano alcuni scritti rinvenuti dagli archeologi in Egitto e risalenti al 1840 a.C., epoca del Faraone Sesostri III.
Con le conquiste di Alessandro Magno (356-323 aC), Pehelium passò sotto il dominio dei Greci e divenne una civiltà greca. Pella mantenne il nome di Pehelium fino all’anno 310 a.C., quando, dal nord della Grecia, vi migrarono un gran numero di macedoni che le cambiarono il nome in Pella, in onore di Pella, capitale della Macedonia e luogo di nascita di Alessandro Magno.
Tolomeo II Filadelfo (285-186 a.C.), che aveva diffuso la cultura greca nella regione, cambiò i nomi di alcune città in nomi greci. Rabbà Ammon (Amman) prese il nome di Filadelfia e Pella il nome di Arsìnoe. Ben presto, tornò a chiamarsi Pella.
Nel 64 a.C., il condottiero romano Pompeo sconfisse i Greci in Siria, Palestina e Giordania e riorganizzò l'amministrazione della regione. Fondò l’Alleanza delle Dieci Città (la Decapoli) e Pella fu una di queste.
Questa alleanza rimase in vigore fino a quando, nel IV secolo d.C., fu sciolta dalle conquiste arabe. Pella si arrese ad Abu Ubaidah nell'anno 635 d.C.
Il Cristianesimo si diffuse a Pella (Tabqat Fahl) sin da subito. Lo storico ecclesiastico Eusebio di Cesarea (264-340 d.C.) riferisce che Vespasiano, nel 68 d.C., affidò a suo figlio Tito la guerra contro i Giudei. I Cristiani si resero conto che, come profetizzato da Gesù, si avvicinava il tempo della distruzione di Gerusalemme. Quindi lasciarono la città, guidati dal vescovo Simone, per stabilirsi nella città di Pella e nei villaggi limitrofi.
Nel II secolo d.C. nacque a Pella il famoso scrittore Aristone, che, in difesa del Cristianesimo, scrisse il suo libro: “Disputa tra Giasone e Papisco sul Cristo”. L’opera, sotto forma di dialogo tra un cristiano e un ebreo su Gesù, trattava dell’adempimento delle profezie dell’Antico Testamento. Questo libro è andato perduto ma lo studioso e filosofo Origene (185-253 d.C.), nel suo enorme libro “Contro Celso”, menziona proprio questa disputa.
I vescovi di Pella parteciparono a molti concili ecclesiastici, tra cui il Secondo Concilio di Efeso nell'anno 449 d.C., in seguito definito Sinodo dei ladri, e il Concilio di Calcedonia nell'anno 451 d.C. che si tenne per refutare il Concilio precedente, in appoggio ad Eutiche che si era allontanato dall’ortodossia della Chiesa a causa della sua dottrina sul mistero dell'Incarnazione. I vescovi di Pella parteciparono anche ad altri concili regionali a Gerusalemme nel 518 d.C. e nel 536 d.C.
Tra i monumenti cristiani più importanti di Pella figura la Chiesa di Ovest, con le sue tre navate e il cortile anteriore, costruita nel V secolo e decorata con marmi bianchi e mosaici. I Persiani distrussero questa chiesa nel 614 d.C. ma gli abitanti della città la ricostruirono. Ci sono poi altre due chiese, una a est della città e l'altra dietro l’anfiteatro. La diocesi di Pella era delimitata a ovest dal fiume Giordano, a nord dal Wadi Taibah e dal Wadi Araba, a sud dal Wadi Kufranja, e ad est si estendeva fino ad Ajloun e ai confini della diocesi di Irbid e Al-Husun. Nel 746-747 d.C., un terremoto distrusse la città e le sue chiese e la sua popolazione fuggì lasciando dietro di sé solo macerie.