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Introduzione

MADABA

Nel XIII secolo a.C., i Moabiti, padroni di un regno che si estendeva ad est del fiume Giordano, fondarono la città di Madaba. In seguito, la città passò sotto il controllo delle molte civiltà che governarono la regione e assunse un ruolo di rilievo quando fu conquistata dai Bizantini. La città di Madaba comprendeva un gran numero di chiese storiche, il che indica che fosse uno dei centri più importanti della vita cristiana degli abitanti della Giordania orientale. Nelle vicinanze di Madaba ci sono molti siti archeologici e luoghi sacri, quali Al-Maghtas, il Monte Nebo, Mukawir e Umm Al-Rasas, che sono diventati meta di pellegrinaggio.

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La storia non spiega chiaramente come il cristianesimo si diffuse nelle città giordane ma negli Atti degli Apostoli leggiamo che, nel giorno della Pentecoste, tra coloro che si convertirono c’erano anche alcuni Arabi. Inoltre, la storia menziona la migrazione dei Cristiani nella città di Pella (Tabaqat Fahl) a est della Giordania. Probabilmente, durante il tempo degli Apostoli, quando il Cristianesimo si diffuse ad Antiochia, in Asia Minore e a Roma, raggiunse anche le città della vicina Giordania. La prova è la più antica traccia del Cristianesimo rinvenuta in Palestina e Giordania, situata nella città di Adir, vicino a Karak, e risalente alla fine del I secolo.

Nell'anno 395, l’Imperatore Teodosio divise la Palestina in tre province: Prima Palestina, Seconda Palestina e Terza Palestina, chiamate anche Provincia Araba, che comprendeva il Negev, parte del Sinai e l'Arabia. Le città più importanti della provincia includevano Mukawir, Madaba, Hisban, Amman, Jerash e Busra. Nel 330, l’Impero Romano d’Oriente prese il nome di Impero Bizantino e Bisanzio divenne la nuova capitale. Queste divisioni rimasero in vigore fino al X secolo d.C. e Madaba rimase parte della Provincia Araba fino ai giorni della Conquista Araba.

Nel 325, i vescovi arabi, compreso il Vescovo di Madaba, parteciparono al Primo Concilio Ecumenico di Nicea. La storia cristiana menziona anche “Qaynus, vescovo di Madaba, la città dei Nabatei, una delle opere degli Arabi”, il quale partecipò, insieme ad altri venti vescovi arabi, al IV Concilio Ecumenico tenutosi nel 451 a Calcedonia. Sembra quindi che il Cristianesimo fosse diffuso in Giordania fin dal tempo degli Apostoli e che gruppi di Cristiani giordani iniziarono a essere menzionati dalla metà del terzo secolo.

Fin dall'era pagana esisteva a Madaba una scuola che insegnava l'arte del mosaico. La scuola continuò a fiorire nell'era cristiana e produsse molta dell’arte musiva di Madaba, Nebo Al-Mukhayyat, Ma'in, Al -Qweismeh eccetera. Sebbene, di solito, gli artisti non scrivevano i loro nomi sulle opere, su alcuni dipinti compaiono i nomi di alcuni di loro: Naoum, Kyriakos e Toma sui dipinti della Chiesa di San Giorgio ad Al-Mukhayyat, il monaco Giuliano nella Chiesa del Sacerdote Giovanni ad Al-Mukhayyat, il monaco Elia nel Monastero di Maria a Bisan e Suleiman nella Chiesa degli Apostoli. A Suleiman è attribuita anche la mappa musiva di Madaba che ha impresso il nome della città nel mondo dell'arte.

A Madaba, sono ben dieci le chiese che contengono mosaici cristiani che raffigurano la vita quotidiana in epoca bizantina, il più importante dei quali è il famoso mosaico della mappa situato nella Chiesa Greco-Ortodossa di San Giorgio. Nella Chiesa degli Apostoli, situata nella parte meridionale della città di Madaba, troviamo meravigliosi mosaici che raffigurano scene e simbologie della dottrina cristiana, quali l'albero della vita e la vite, simbolo della Croce di Cristo e del Mistero dell'Eucarestia.

Quest'arte fiorì a Madaba e nelle zone limitrofe per diversi secoli fino al 746, quando un terremoto uccise migliaia di persone e distrusse molte chiese e monasteri. Ma il colpo mortale venne inflitto dal terremoto del 1016 che distrusse completamente la città. Ciò che resta di queste opere testimonia tuttavia l’abilità degli artigiani di Madaba che eguaglia quella dei mosaicisti dell'età d'oro romani e bizantini.

Madaba nella Bibbia

Madaba viene menzionata nella Bibbia. La prima menzione viene data quando gli Israeliti lasciarono la terra d'Egitto e rimasero per 40 anni nel Sinai, poi si diressero a sud del Giordano per attraversare la terra di Moab. Il re Sihon l'Amorreo glielo impedì e uscì contro di loro per combatterli ma, come menziona il Libro dei Numeri, Israele lo sconfisse con la spada: «Noi abbiamo scagliato su loro le nostre frecce; Heshbon è distrutta fino a Dibon. Abbiam tutto devastato fino a Nofah, che è presso Madaba» (Numeri 21, 21-22). La parola “Madaba” proviene dal siriaco che significa “acque calme”.

Nel Libro di Giosuè si legge che Madaba e le zone limitrofe entrarono a far parte dei territori della tribù di Ruben: “La loro terra era di Aroer, che è sul lato della Valle dell'Arnon (Al-Mujib), e la città che è in mezzo alla valle e tutto l'altopiano vicino a Madaba... Questa fu l'eredità dei figli di Ruben secondo le loro famiglie: le città con i loro villaggi” (Giosuè 12, 16-23). Madaba e le sue fertili pianure furono teatro di una continua lotta tra abitanti e invasori, in cui nessuno ha mai definitivamente trionfato sull’atro. Mesha, re di Moab, menzionò le sue vittorie su Israele e la sua riconquista di Madaba avvenuta nel IX secolo a.C.

Nonostante, per un periodo, Madaba fu sotto il dominio di alcuni regni vicini, la città apparteneva alla stirpe Moabita e rimase una città Moabita sacra a Chemosh, il dio principale di Moab, come riportato nella profezia di Isaia sulla distruzione di Moab per mano degli assiri nella seconda metà dell'VIII secolo (Isaia 15, 2-5). I Moabiti cercarono rifugio presso il re di Giuda e gli mandarono degli agnelli come segno della loro sottomissione e per chiedergli protezione (Isaia 16, 1-4). Anche Geremia menziona la catastrofe di Moab e le lacrime dei suoi figli versate per il rimpianto della gloria defunta (Geremia 48, 31-32).

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